Catania: storia e turismo
Catania: cenni storici
Secondo quanto scrive Tucidide Catania venne fondata nel 729 a.C. da coloni greci provenienti da Calcide nell'Eubea : dopo aver dato vita a Naxos nel 734 a.C. costoro,
spingendosi verso sud, con la forza delle armi scacciarono dalle loro sedi i Siculi e crearono le città di Leontini e di Catania appunto. All'inizio del V secolo
a.C. Catania venne conquistata da Ippocrate di Gela. Nel 476 a.C. Gerone I, tiranno di Siracusa, ne deportò gli abitanti a Leontinoi, e li sostituì con
10.000 nuovi abitanti, in parte siracusani, in parte peloponnesiaci, e data ad amministrare a suo figlio Dinomene.[3] Anche il nome della città venne
modificato in Aitna (Etna). Durante la guerra tra Siracusa e Atene, Catania, inizialmente neutrale, prese poi posizione a favore di Atene. Sottoposta per questo a
un'offensiva di Siracusa, dopo la sconfitta degli Ateniesi fu salvata dall'invasione cartaginese della Sicilia del 409 a.C. Ma poco dopo il 403 a.C. Dionisio I di
Siracusa riuscì a conquistarla, e ne vendette in parte come schiavi gli abitanti. Nel 345 a.C. fu tiranno di Catania il sabellico Mamerco, che in un primo tempo si
alleò con Timoleonte, ma successivamente passò ai Cartaginesi.[7] Sconfitto da Timoleonte nel 338 a.C., egli si rifugiò a Messina; caduto
nelle mani dei siracusani, sarebbe stato crocifisso, dopo aver subito un processo nel teatro di Siracusa. La conquista romana del 263 a.C., agli inizi della prima guerra
punica, aprì per Catania un periodo di circa sette secoli durante il quale essa accrebbe notevolmente la sua importanza e il suo prestigio, fino al punto che nel
IV secolo d.C. il poeta gallico Ausonio associandola a Siracusa la collocò tra i primi centri dell'impero romano, nel 21 a.C. Augusto la innalzò al rango di
colonia romana. Le invasioni barbariche della seconda metà del V secolo sconvolsero tutta la Sicilia e quindi anche Catania. Particolarmente critico sembra essere
stato il passaggio dei Vandali di Genserico negli anni 440 e 441 provenienti da Cartagine: causò danni talmente gravi da indurre le autorità alla remissione
del pagamento dei tributi. Il generale bizantino Belisario, inviato da Giustiniano a riconquistare l'Italia, occupò con facilità la Sicilia nel 535. Nuovi
scontri fra Belisario e gli Ostrogoti di Totila si verificano fra il 542 e il 548, anno in cui il generale bizantino venne richiamato a Costantinopoli. Dopo che gli Arabi
misero piede in Sicilia nell'827 d.C., conquistarono rapidamente anche Catania, ma in città non sono sopravvissute tracce significative del loro passaggio. Nel
1071, guidati dal Gran Conte Ruggero, i Normanni occuparono Catania, non senza patteggiare, sembra, con l'emiro di Siracusa, Ibn al-Werd. Ma, partito Ruggero, i Catanesi
richiamarono l'emiro, e i Normanni dovettero riconquistare la città nel 1081. I nuovi signori dubitavano della fedeltà di queste popolazioni. Come per altre
parti della Sicilia, Ruggero preferì dunque creare una struttura civile ed ecclesiastica integralmente nuova, affidando ai monaci benedettini la direzione
dell'evangelizzazione religiosa e della riorganizzazione civile. Catania perse così la sua libertà e venne infeudata al fidato Ansgerio, già abate di
S. Eufemia. Città feudale, Catania lo rimarrà per quasi centocinquanta anni: il tempo di sviluppare un ceto urbano - mercantile e produttivo - relativamente
autonomo. La nobiltà cittadina non ebbe un rapporto felice con gli Hohenstaufen; nemmeno con il grande Federico II al quale si ribellò nel 1232. Avvenimento
importante per il futuro della città fu l'inserimento di Catania tra le città demaniali. Finiva così la totale egemonia del vescovo-conte. Alla fine
della dinastia degli Hohenstaufen, nel 1266 la Sicilia venne assegnata dal Papa, che considerava l'isola patrimonio della Chiesa, a Carlo I d'Angiò; ma il dominio
angioino ebbe breve durata. Nel 1282 i moti conosciuti come Vespri siciliani posero fine al dominio dell'isola da parte della dinastia francese. Appena scoppiò la
rivolta in Sicilia, la flotta aragonese era già a Palermo e l'occupazione della città da parte di Pietro dava così inizio alla dominazione degli
Aragonesi in Sicilia (1282-1410). Nel Cinquecento, Catania risente, come il resto dell'isola, della complessiva riorganizzazione dello spazio mediterraneo. Ferdinando il
Cattolico, insieme con Isabella di Castiglia, riunificando la Spagna, aveva posto le premesse che faranno del suo erede Carlo V l'imperatore sulle cui terre non tramonta
mai il sole. Poiché, dopo la caduta di Costantinopoli (1454) un analogo processo di sviluppo e centralizzazione si è svolto ad oriente con l'impero turco,
la Sicilia si trova ora ad essere frontiera tra un Islam e una Cristianità in stato di guerra. Il commercio mediterraneo, di cui Catania era uno dei centri,
patisce insieme la chiusura del mercato africano, e il ruolo egemonico della Spagna. Una grande colata lavica, investì nel 1669 il lato ovest e il lato sud della
città. I danni alle campagne, alle strade e alle difese furono molto gravi ma le stesse mura di difesa della città riuscirono a impedire, in massima parte,
che la lava entrasse nel centro abitato. È stato soprattutto il terremoto del 1693 ad impedire la sopravvivenza del tessuto urbanistico antico e medievale e a
segnare profondamente anche l'assetto socio-economico della città, cancellando quasi la totalità della produzione artistica precedente. Scomparvero quasi
del tutto le tracce della città greca, mentre una sorte migliore hanno avuto i monumenti di età romano-imperiale.Dopo il terremoto del 1693, la città
venne ricostruita secondo il disegno urbano promosso dal Duca di Camastra e, nel secolo seguente, si sviluppò sino a occupare uno dei primi posti nel commercio
italiano.Gli anni delle guerre napoleoniche nel Mediterraneo sono per la Sicilia gli anni della occupazione inglese e della trasformazione costituzionale con la fine
giuridica del feudalesimo. Nel 1820 non aderì al moto indipendentista e fu coi costituzionali napoletani. Nel 1837 partecipò alle rivolte occasionate dal
colera, e nel 1848-49 fu all'avanguardia del movimento autonomista. Nell'agosto 1862 Giuseppe Garibaldi vi stabilì il centro organizzativo della spedizione
conclusasi in Aspromonte. Dall'Unità d'Italia Catania seguirà le sorti del Mezzogiorno italiano.
Turismo Catania
Catania può essere ripartita culturalmente e artisticamente in quattro periodi ben distinti: antico, medioevale, rinascimentale e barocco. Per il turista che si
appresta a visitare le città è quindi utile organizzare un itinerario tematico che gli permetta di godere appieno delle meraviglie che Catania può
offrire. Ecco cosa non si deve assolutamente perdere: Il Teatro Romano (del II secolo), l'Odeon (III secolo), l'Anfiteatro (II secolo), le Terme dell'Indirizzo, le
Terme della Rotonda, le Terme Achilliane, i resti di un acquedotto presso il parco Gioeni e alcuni edifici funerari sono tutti i resti attualmente visibili della
Catania romana. Probabilmente anche u Liotru, il simbolo della città situato attualmente al centro di Piazza Duomo, è stato costruito in epoca
romana. È un manufatto in pietra lavica porosa, che raffigura un elefante. Del periodo normanno si conservano principalmente il castello di Aci Castello e
le absidi della Cattedrale di Sant'Agata (il Duomo). Unico monumento di età bizantina è la Cappella Bonajuto. Del periodo svevo (XIII secolo)
è il portale della chiesa di Sant'Agata al Carcere e il federiciano Castello Ursino. Della dominazione aragonese rimane la chiesa di Santa Maria di Gesù
situata nella piazza omonima, costruita nel Cinquecento e ristrutturata nel Settecento. Tutti i monumenti antichi sono stati inseriti nel tessuto urbano della
città ricostruita grazie all'opera dell'architetto Giovan Battista Vaccarini, che ha dato alla città una chiara impronta barocca, un raro esempio di
unità architettonica è la via dei Crociferi, forse, la strada più bella della Catania settecentesca. Tra i principali monumenti barocchi si
ricordano: la Cattedrale di Sant'Agata, la chiesa di San Benedetto in via Crociferi, il Monastero della Santissima Trinità, in via Vittorio Emanuele, la
Basilica della Collegiata, il Palazzo degli Elefanti, sede del Municipio, il Palazzo del Seminario dei Chierici e la Fontana dell'Amenano, in piazza del Duomo; la fontana
dell'Elefante